KARATE CARTOON


Lo stile Wado Ryu 


  


Il Wado-ryu è uno dei principali stili di karate nel mondo, tuttavia difficilmente possiamo etichettarlo nella sola parola karate. In Giappone ad esempio, è definito Wado-ryu Jujutsu Kempo, ed è indicativo il fatto che la parola "karate" non sia nemmeno inserita nella sua denominazione. Ciò è dovuto al fatto che la sua nascita avvenne tramite la fusione operata dal M. Otsuka tra lo Shindo Yoshin Ryu Jujutsu di cui era divenuto successore e le tecniche a mano nuda di Okinawa imparate dal M. Funakoshi di cui divenne nel giro di 4 anni assistente. Tuttora, il figlio Jiro Otsuka, parlando dello stile creato dal padre lo definisce uno stile di jujutsu al quale sono state aggiunte tecniche di karate.

Non colpisce quindi il fatto che il Wado sia tuttora classificato in Giappone come appartenente alle Koryu Budo, le antiche scuole d’armi, presso il Nihon Kobudo Kyokai.

Nella sua creazione Otsuka ha riversato tutte le sue conoscenze, rendendo lo stile più legato al bujutsu classico e alla spada giapponese che al karate di Okinawa. Questa realtà è ben rappresentata ad esempio nei kihon kumite, già dalla posizione di guardia, nella quale il difensore mette la propria gamba destra avanti (tenendo quindi il cuore lontano dall’avversario) e le mani sono mantenute frontali e basse in posizione naturale, proprio come se si stesse impugnando una spada.

E’ quindi ovvio, come il concetto principale della scherma nel Wado sia quello di muovere il corpo dalla linea d’attacco piuttosto che opporvi una ferma resistenza. Non si può bloccare la spada dell’avversario con le mani, ma la si può evitare grazie ad un sapiente uso del taisabaki e dell’irimi.

Il concetto classico, al quale ruotano attorno tutti i kumite codificati del Wado, risulta quindi essere una unione particolare di "schivata-contrattacco-sbilanciamento (nagashi-irimi-kuzushi)" in un unico gesto tecnico.

Questo schema è l’architrave che sostiene l’intero stile e Otsuka l’aveva bene a mente già nel 1920 quando sviluppo i 36 kumite gata.

Altra particolarità del Wado è che per kata non si intendono esclusivamente le forme a singolo: nell’antico jujutsu i kata erano forme da praticare a coppia e a questo sicuramente pensava Otsuka nel momento in cui codificò i kumite del suo stile.

L’ideogramma stesso usato per kata risulta diverso da quello utilizzato negli altri stili di karate. Il kanji usato nel Wado è katawadomentre gli altri stili utilizzano quest'altro kata.

Entrambi si leggono “KATA”, ma il secondo può anche essere letto “IGATA” che può essere tradotto come stampo. E’ chiaro che tutto ciò che esce da uno stampo è identico, non è trasformabile. Le arti marziali non potranno mai diventare “IGATA”.

Il primo kanji invece non implica il significato di “IGATA” e può essere tradotto come qualcosa di modificabile. Il kata è espressione ed è mutevole come uno specchio che varia il proprio riflesso a seconda di chi lo contempla.

Il programma tecnico della Wado Ryu Renmei comprende:

 15 Kata

1. Pinan Shodan
2. Pinan Nidan
3. Pinan Sandan
4. Pinan Yondan
5. Pinan Godan

6. Kushanku
7. Naihanchi
8. Seishan
9. Chinto


dal figlio Jiro Otsuka è stato introdotto il Kihon Gata.

Qui terminano i kata codificati dal maestro il quale riteneva che nove forme fossero più che sufficienti. Di pari passo ne sono stati comunque studiati all’interno delle stile altri 6 fino a raggiungere il numero di quindici: 

 

10. Bassai

11. Niseishi

12. Wanshu

13. Rohai

14. Jion

15. Jitte

 

Kumite


36 Kumite Gata
10 Ippon Kumite
10 Kihon Kumite


Alla pratica superiore appartengono:


10 Tanto Dori (difesa da coltello)
5 Tachi Dori (difesa da spada)
5 Idori (tecniche di difesa in seiza)




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